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Inizio il mio post con un doveroso “ringraziamento” al nostro legislatore; rendendo obbligatorie le certificazioni per la partecipazione a gare d’appalto, negli ultimi 15 anni ha contribuito a:

  • Trasformare il percorso di certificazione (ISO 9001, OHSAS 18001, ISO 14001, ecc.) in una pratica appena più complessa rispetto alla richiesta di una visura camerale;
  • Considerare il consulente come un “male necessario”, da chiamare qualche giorno prima della verifica di sorveglianza o rinnovo per “mettere a posto le carte”, ossia per creare documentazione falsa atta a dare evidenza della corretta applicazione del sistema in sede dell’audit di sorveglianza o rinnovo;
  • Considerare il Responsabile del Sistema di Gestione come quel rompiscatole, che ruba lo stipendio in maniera del tutto improduttiva, capace solo di creare carta da compilare con dati e firme inutili;
  • Percepire l’auditor come il soggetto da prendere in giro in sede di audit con false registrazioni fingendo un totale coinvolgimento nel sistema di gestione. (In realtà un auditor riconosce un sistema fasullo già dopo dieci minuti dall’inizio dell’audit; e il gioco delle parti si rende necessario per questioni di “sopravvivenza”, visto che il mercato punisce gli auditor e gli enti rigorosi);
  • Considerare l’Ente di Certificazione come un esattore di tasse al pari di Equitalia;
  • Aprire il mercato a operatori discutibili (venditori di fumo, consulenti improvvisati, auditor ed enti di certificazione compiacenti), garantendo a tutti un ricco business autoreferenziale e fine a se stesso, nel rispetto del motto “un certificato non si nega a nessuno”.
  • Mi occupo di sistemi di gestione da sempre, prima come responsabile aziendale, poi come consulente e come auditor, e mi piacerebbe continuare a vivere di questo anche negli anni a venire, visto che è il lavoro che mi sono scelto. Per questo da tempo mi chiedo quale possa essere il futuro dei sistemi di gestione e del sistema delle certificazioni, auspicando che lo scenario illustrato nei punti precedenti non sia quello dominante.

Io credo che si continuerà su due binari paralleli:

  1. Da un lato, coloro i quali hanno sempre considerato la certificazione esclusivamente come un pezzo di carta: continueranno a fare ciò che hanno sempre fatto (carte false) e a percepire la certificazione allo stesso modo (solo burocrazia necessaria per lavorare).
  2. Dall’altro le imprese virtuose: se è vero che un certificato non si nega a nessuno, tuttavia, un sistema di gestione solido, efficiente ed efficace, non è per tutti.

Ritengo che la ISO 9001:2015 sarà non solo l’ennesima occasione di fare business, ma offrirà l’opportunità di “andare oltre” a tutti gli operatori virtuosi: lo sarà per le imprese che hanno da sempre creduto nei sistemi di gestione come strumento di crescita e di controllo dei processi, per i consulenti, per gli auditor e per gli enti di certificazione.

A mio avviso, le imprese potranno ripensare, ridisegnare e ottimizzare i propri sistemi di gestione. Gli auditor ed enti di certificazione potranno modificare in meglio l’approccio all’audit, incrementando il valore aggiunto fornito da un audit rigoroso e orientato alla valutazione della performance più che della compliance. Per i consulenti sarà l’occasione per proporre e implementare sistemi molto più agili, efficienti ed efficaci. Si confermeranno una serie di tendenze già presenti in molti sistemi di gestione evoluti e si affermeranno i nuovi principi in ottica ISO 9001:2015. Ritengo che gli aspetti chiave per il successo saranno:

  1. La scomparsa della carta e delle registrazioni cartacee. Sebbene i documenti rimarranno, sarà necessario che la loro gestione avvenga in forma elettronica; sarà la chiave per sburocratizzare i sistemi.
  2. Un approccio “olistico” verso l’azienda, puntando su soluzioni in grado non solo di garantire la conformità ad uno standard (es. ISO 9001) ma anche la compatibilità con altri sistemi gestionali presenti all’interno dell’organizzazione (es. altri schemi di certificazione, sistemi informatici, sistema di rilevazione e analisi dati, contabilità dei costi, CRM, ecc.);
  3. L’ampliamento delle competenze da parte di tutti gli operatori nei sistemi di gestione, sia nell’ambito degli schemi di certificazione (qualità, ambiente, sicurezza, etica, certificazioni di prodotto, ecc.), sia al di fuori, quali controllo di gestione, Risk Management (vedi draft ISO 9001:2015) e marketing (andando ben oltre la semplice customer satisfaction);
  4. L’integrazione tra sistemi di gestione (in particolare ISO 9001) e sistemi di pianificazione e controllo dell’andamento economico – finanziario, soprattutto per le realtà aziendali più piccole spesso sprovviste di adeguati e soprattutto tempestivi strumenti di monitoraggio e controllo dei costi.
  5. Il ricorso sempre più frequente a software specifici per i sistemi di gestione, in grado di snellire le attività di pianificazione, di registrazione, di analisi dati e di ricerca di informazioni e documenti.
  6. La valorizzazione dello strumento dell’audit (di prima e seconda parte) per garantire rigore e sistematicità nell’applicazione.