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Leggendo qua e là nella rete mi sono imbattuto nel testo originale della “ISO Survey of Management System Standard Certifications – 2013”, che fornisce informazioni sull’andamento delle certificazioni secondo gli standard ISO (dalla 9001 alla 14001, passando per la 27001, 22000, ecc.) nel corso del 2013.

Al di là di informazioni di carattere generale relative alla crescita di tutti gli schemi di certificazione, quando viene analizzato l’andamento delle certificazioni schema per schema, emergono dei dati per certi versi sorprendenti:

  • l’Italia è seconda per numero di certificati ISO 9001 emessi dopo la Cina e prima della Germania. l’Italia è comunque al primo posto come tasso di crescita dei certificati ISO 9001, seguita da Stati Uniti ed India.
  • l’Italia è seconda per numero di certificati ISO 14001 emessi, dopo la Cina e prima del Giappone, ed è seconda come tasso di crescita dietro sempre alla Cina e davanti all’India
  • l’Italia è al primo posto come tasso di crescita dei certificati ISO 27001;
  • l’Italia è al terzo posto come numero di certificati emessi ISO 13845.

Ho provato a cercare in rete gli stessi dati relativi alla OHSAS 18001 invano, ma non faccio fatica a pensare che il trend sia lo stesso, avvalorando la tesi secondo cui in Italia vale il motto “Certificato è bello”.

Questi dati contrastano fortemente con la situazione economica italiana attuale: le aziende falliscono, i posti di lavoro si perdono, e in Europa siamo agli ultimi posti in termini di tasso di crescita del PIL.

Da qui deriva la mia considerazione: se in Italia “Certificato è bello”, non è altrettanto vero che “Certificato è utile” ed in grado di fungere da strumento per risolvere i problemi delle imprese.

Al di là dei “case history” di successo appare evidente che il nostro sistema economico:

  • O non ha recepito il senso dei sistemi di gestione certificati;
  • O non è stato messo nelle condizioni di recepirlo;
  • Oppure… entrambe le cose.

L’analisi delle cause coinvolge tutti gli operatori del Sistema delle Certificazioni:

  • Le aziende certificate o certificande
  • Gli organismi di certificazione
  • Accredia e tutti gli Enti di Accreditamento Esteri operanti nel territorio italiano
  • I consulenti e le società di consulenza
  • Il legislatore

Tutti insieme hanno (abbiamo) contribuito a creare un sistema autoreferenziale, che si nutre di se stesso e si spartisce ormai le briciole, senza apportare alcun valore aggiunto al “Sistema Impresa”.

Con il presente blog non intendo fornire alcun supporto tecnico o didattico. Mi pongo invece l’obiettivo di fare un’analisi critica e intellettualmente onesta dei limiti e delle viscosità del sistema attuale da condividere con i lettori, analizzandone i luoghi comuni e cercando di andare oltre. Non solo; attraverso il racconto di esperienze personali e il confronto con i lettori, vorrei proporre delle soluzioni che, lungi dall’avere la pretesa della verità assoluta, possano essere una base di partenza per la valorizzazione delle professionalità di QHSE manager , di consulenti, di auditor, di Organismi di Certificazione virtuosi, e delle imprese spesso penalizzate da un sistema “al ribasso”, impegnato a fare business piuttosto che a creare valore aggiunto.

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